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ECONOMIA CIRCOLARE

RIDURRE

RICILARE

RIUSARE

riduzione pressione sull'ambiente

incremento dell'occupazione

impulso all'innovazione e alla crescita economica

Impulso all'innovazione e alla crescita economica

ma quali sono i vantaggi?

Più sicurezza riguardo alla disponibilità di materie prime

PIANO DI AZIONE EUROPEO2020-2050

plastica

tessile

rifiuti elettronici

cibo e acqua

batterie e veicoli

imballaggi

edifici e costruzioni

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L'80% dell'impatto ambientale di un prodotto si definisce al momento della sua progettazione. Questo significa che in fase di design è possibile incidere sui suoi contenuti effettivi di sostenibilità prendendo in considerazione le materie prime, i processi di lavorazione e il destino del prodotto una volta esaurita la sua funzione originaria.

  • MATERIE PRIME. Un buon inizio è optare per materie prime di minore impatto ambientale rispetto a quelle tradizionali. Possono essere biologiche, riciclate e/o rigenerate oppure anche "tecnologiche" di ultima concezione. Importante anche razionalizzare le materie prime perché più componenti ci sono in un capo, più sarà difficile smaltirlo.
  • PROCESSI DI LAVORAZIONE. l'idea è quella di implementare un sistema di gestione della chimica più rispettoso dell'ambiente, minimizzando, ad esempio, gli scarti di produzione.
  • FINE VITA. Bisogna valutare già in fase di design come spostare avanti la dismissione del prodotto in coerenza con i principi dell'economia circolare e cioè come recuperare, riciclare o riutilizzare invece che distruggere

significa trasformare i rifiuti in prodotti idonei a un nuovo utilizzo. Una distinzione su cui spesso si glissa è quella fra riciclo meccanico e riciclo chimico: si parla di riciclo meccanico quando la fibra tessile viene triturata meccanicamente per ottenere nuove fibre da filare e bobinare anche in mix con fibre vergini; si parla di riciclo chimico, quando le fibre vengono sciolte e ri-estruse. riciclo post consumer e pre consumer

  • Il primo si riferisce al recupero e alla trasformazione di capi usati, che impegna il consumatore a smaltire correttamente ciò che non mette più.
  • I prodotti tessili, in questo caso, sono le tonnellate di sfridi e scarti di produzione che molte aziende si stanno impegnando da una parte a recuperare, dall’altra a ridurre ottimizzando per esempio le tecniche di taglio.

In termini di impatto ambientale a fare la differenza è la qualità di un capo e quindi la sua duratura nel tempo. Tanto per dare un'idea, basterebbe raddoppiare il numero medio di volte in cui ogni capo viene indossato per arrivare a tagliare le emissioni in atmosfera del 44%. Il raggiungimento del traguardo è legato anche alla fortuna di modelli alternativi capaci di soddisfare le necessità primarie e il bisogno legittimo di esprimere attraverso i vestiti la propria identità, dichiarare l’appartenenza a un gruppo. Ad esempio

  • noleggio su abbonamento. Permette di ricevere ogni mese un certo numero di capi, indossarli e poi restituirli pagando una tassa mensile
  • noleggio one shot. Riguarda il noleggio di un abito impegnativo che utilizzeremmo una volta e dimenticheremmo poi nell'armadio
  • vendita di capi di seconda mano di lusso su piattaforme come Vestiaire Collective o The RealReal o al di fuori del segmento luxury su Vinted o Depop che puntano a platee più estese e più giovani

L'Europa promuove la circolarità alla base della crescita sostenibile dei prossimi decenni, specificando una serie di misure utili a raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica al 2050. Tale obbiettivo si traduce in un triplice approccio strategico

  1. progettare consapevolmente l’intero ciclo del prodotto;
  2. fornire la capacità ai consumatori di operare scelte informate;
  3. rendere più sostenibili i processi produttivi, con l’obiettivo di ridurre l’impronta ecologica dei nostri consumi e, al tempo stesso, raddoppiare la percentuale di utilizzo dei materiali recuperati e/o riciclati.
Per fare questo, il Piano Europeo prevede l'introduzione di norme legislative che mirano a:
  • rendere i prodotti sostenibili secondo la norma UE;
  • responsabilizzare i consumatori;
  • concentrarsi sui settori con un potenziale di circolarità alto (es. elettronica, batterie);
  • garantire la riduzione degli sprechi e la produzione di meno rifiuti;
  • guidare gli sforzi globali sull'economia circolare;
  • rendere la circolarità la base per la gestione dei territori.